Pensieri
“Nascono nella mente, come evocazioni… questi paesaggi, non memorizzati, ma paesaggi dell’anima. Ho l’impressione certe volte di dipingere in trance, una condizione ideale per mettere sulla tela immagini di luoghi solamente immaginati. Ma certamente la Sicilia, come archetipo, è presente, anche se non me ne accorgo mentre dipingo”.
“Il poeta scende dal cielo o vi sale appoggiandovi la scala dei suoi sentimenti che gli parlano con voce sommessa… Un uomo senza sogni non è un uomo: è un fantasma che smemora il tempo che ha vissuto senza lasciargli traccia”.
“Uomini di pietra” è la sintesi espressiva di un ciclo a significare, pur in chiave pessimistica, la pietrificazione dei sentimenti umani. I valori non sono più rispettati ed una forma anarchica dei sentimenti si è fatta strada nel cuore dell’uomo. Egli si trova isolato in un apparente benessere economico, ma non in quello dell’anima; dunque, non è in pace con se stesso. E’ una concezione, certamente, pessimistica che fortunatamente è riscattata dai poeti che nelle loro liriche invocano ancora oggi i più alti sentimenti. Anch’io, in poesia, li tratto ed, in particolare, diretti alla più bella creatura: la donna, che rappresenta il nostro futuro con la sua maternità e dolcezza”.
“Dalle ceneri di quest’uomo di pietra sorgerà l’uomo nuovo in un futuro prossimo, più consapevole e più cosciente. Un “homo novus” che per quanto abbia perduto tanti ideali si rinnoverà e si vestirà d’abiti mentali nuovi e da ogni gemma d’oggi si innalzeranno rami poderosi percorsi da nuova vigorosa linfa”.
“Mi considero figurativo nella maniera più assoluta, anche se non nella maniera tradizionale. La mia è una figurazione abbastanza meditata, riflettuta; costituisce più che atro il frutto di quarant’anni di ricerche tecniche. Sono molto severo con me stesso e, infatti, distruggo i quadri che non mi soddisfano. Insisto molto nelle ricerche cromatiche fino a quando non raggiungo l’effetto desiderato”.
“La natura si esprime, ma bisogna saperla leggere. Essa ha un linguaggio muto, ma espressivo; solenne per chi ne sappia cogliere il senso ed umile per chi guarda e non vede”.
“L’uomo ha con sé, a qualunque livello, un suo substrato poetico sul quale fonda il significato della vita. Non è da credere a chi dica di non aver mai scritto un verso di poesia, né, allo stesso tempo, di non amarla. E’ impossibile, a mio dire, essendo connaturata nell’uomo: fa parte della sua spiritualità ed un gesto, una parola, una espressione che sembra sfuggita dal recinto della sua arida mente, ha in sé i chiari inequivocabili segni di un pensiero poetico”.
“Ognuno ha il suo giardino incantato e lì risiede la sua spiritualità”.
“Viva la poesia che ti raggiuge e che ti fa meditare. Non ci si sforzi a scriverne, non sarà vera. Lasciamo che puro, il fanciullo che alberga in noi ne scriva con immaginazione e candore”.
“La poesia che ognuno si porta dentro, pur tra cumuli di macerie ideologiche umane ed estetiche, tende ad autorigenerarsi attraverso il gheriglio del sentimento che costituisce l’effettivo ed unico valore umano. Si può affermare che la poesia tiene in vita l’uomo, lo sostiene, lo rigenera e lo protegge”.
“I popoli del mondo, ed europei in particolare, se vorranno considerare il grande corpo europeo come unico propulsore di fervide attività economiche non potranno non contare sulle arti e sul loro linguaggio. Perché poesia è universalità e mediante essa si potrà raggiungere ciò che oggi costituisce un sogno antico da realizzare”.
“Sin da adolescente ho sentito autentico e profondo il senso dell’Arte. Non ho avuto maestri ma mi sono accostato con studi personali ai grandi del passato con l’osservazione diretta e lo studio delle loro opere, in particolare alla pittura dell’ottocento, ai macchiaioli. Poi sono stato attratto da alcune feconde personalità del Novecento italiano e straniero; senza innamoramenti, tuttavia, né estasi per nessuno”.
“Io non credo alla vena poetica, né alla cosiddetta ispirazione: l’espressione di un’artista è manifestazione inequivocabile ed emblematica di sé pur nell’altalena dei suoi sentimenti. Essa è parte di noi e viviamo in reciprocità. Mestiere e arte si fondono e si realizzano nell’opera che non è mai ciò che avremmo voluto che fosse”.
“Il dialetto è la linfa vitale di un popolo, poiché nel suo linguaggio si è sempre fusa la filosofia del vivere quotidiano con le esperienze di vita”.
“Pur tra mille sollecitazioni computerizzate e velocità supersoniche in ogni campo, il dialetto resiste, come può, all’usura dei tempi moderni e di ciò il maggior merito è da attribuirsi alla provincia italiana dove sono mantenuti quei valori della lingua, pur se stimolata alla massificazione espressiva dei mass-media; essa conserva nel suo scrigno il bene della parola primitiva ed aulica. Quel bene della parola che, talvolta, racchiusa financo in una esclamazione, definisce uno stato d’animo, una situazione, con l’esattezza che le ha conferito la magia del tempo. Pur tra i processi di trasformazione, lenti e inarrestabili, il dialetto è ancora vitale e resta radicato nella cultura e nella civiltà di un popolo, come l’anima che riveli una personalità”.
“Esprimersi in dialetto nei rapporti sociali non deve costituire motivo di preoccupazione di personale degrado culturale. Significa, invece, ancorarsi saldamente alle proprie voci del passato, magnificando le espressioni più autentiche della terra dei nostri avi”.
“L’epicità, la grandezza della poesia dialettale è ciò che i cultori desideriamo affinché essa sia più amata da un pubblico distratto da una vita frenetica”.
“Un luogo dell’anima è, senz’altro, Parigi: maestosa e miserabile, scanzonata ed austera, dove, se vi hai soggiornato per qualche anno, hai lasciato una parte del tuo soffio vitale a vagare tra tanta storia incisa sulle sue pietre”.
“Montmartre, appartiene agli artisti e resta un simbolo per l’immaginario collettivo, da dove è partita la rivoluzione dell’Arte moderna. Un luogo dell’anima che, pur nella mestizia climatica dei suoi inverni, conserva nel suo scrigno di quartiere eletto alcune tra le più alte testimonianze culturali di livello mondiale. Montmartre è poesia. Un ricordo che si fissa nella memoria mentre offre un invito a ritornare”.
“Vivere a Parigi è certamente indimenticabile, ma a Montmartre è vivere uno stato d’animo con respiro diverso. Ogni uomo ha nel cuore una sua città dove pensieri, sogni e propositi vanno a depositarsi per levitarvi con le proprie vibrazioni. Tale città interiore è quella che sorregge l’uomo nei momenti di sconforto ed allora diviene il porto dalle acque tranquille dove si arena l’anima”.